Data: 20.06.2023
Ora: 19.30
Luogo: Teatro 1, Mattatoio, Roma
Il mio filippino è una performance multimediale basata su una ricerca che impegna l’artista da diversi anni, alla base di una sorprendente documentazione della routine di gesti di cura e svolgimento delle pulizie da parte delle collaboratrici e dei collaboratori domesticɜ filippinɜ. Vuole essere un invito a ripensare e a riflettere sulla domanda: come possiamo essere uguali e riconoscere l'invisibilità di altri gruppi, come lɜ collaboratorɜ domesticɜ?
Vincitore del Torino Social Impact Art Award (2020)
Regia, concept, ricerca e coreografia:
Liryc Dela Cruz
Performer:
Benjamin Vasquez Barcellano Jr, Sheryl Palbacal Aluan and Jenny Guno Llanto
Collaborazione all’ideazione:
Benjamin Vasquez Barcellano Jr, Flora Ventura, Sheryl Palbacal Aluan, Jenny Guno Llanto, Tess Magallanes, Daisy Magallanes, Jessica Duque
Liryc Dela Cruz
Liryc Dela Cruz è un artista e regista di Tupi, South Cotabato, Mindanao, Filippine. Vive e lavora a Roma. Il suo lavoro è stato presentato ed esposto in numerosi festival cinematografici internazionali e spazi per l'arte contemporanea, tra cui: Locarno Film Festival, Matadero (Madrid), La Neomudéjar (Madrid), Maison Européenne de la Photographie (Parigi), UK New Artist, Artissima (Torino), Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO), Teatro di Roma, La Biennale di Venezia e Ocean Space (Venezia).
In giovane età, ha ricevuto il Bamboo Camera Award dal padre del cinema indipendente delle Filippine, Kidlat Tahimik. È stato unǝ dellɜ collaboratorɜ di Lav Diaz, maestro del cinema indipendente filippino e mentore dello stesso artista insieme ad altre figure, tra cui Hadji Balajadia, Françoise Vergès, Simon Njami, Gutierrez Mangansakan, Chantal Akerman e Anna Daneri. Nel 2018, il Festival internazionale del film documentario di Jihlava ha riconosciuto Dela Cruz come unǝ dellɜ registɜ emergenti del movimento "Slow Cinema". Nel 2020 è stato selezionato tra tra lɜ giovanɜ registɜ emergenti di Berlinale Talents durante il 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
I film di Liryc Dela Cruz sono tematicamente legati alle sue origini, alla sua storia, alla sua biografia, alla sua identità, mentre le sue performance e le sue ricerche sono incentrate sulla cura, sull'ospitalità, sulle pratiche indigene, sulle pratiche decoloniali, sulle Filippine post-coloniali, sulla tratta transpacifica delle persone schiavizzate. Nel 2021, Dela Cruz ha presentato in anteprima al Teatro India - Teatro Nazionale di Roma il suo progetto di ricerca Il Mio Filippino, sotto forma di performance, realizzata in collaborazione con lavoratrici e lavoratori domesticɜ e badanti filippinɜ. Nel 2020 il progetto è stato premiato con l’Artissima - Torino Social Impact Art Award e nel 2022 Dela Cruz ha fatto parte del programma di residenze di ricerca del Mattatoio di Roma Prender-si cura.
Nel 2022, Dela Cruz è stato selezionato come borsista della TBA21 (Thyssen-Bornemisza Art Contemporary) Ocean Fellowship, dove ha avviato Ocean as a Space of Perpetual Care, un progetto basato sulla cura e l'ospitalità indigena nelle Filippine pre-coloniali, prendendo spunto dal diario di Antonio Pigafetta. Nel 2023 è stato selezionato tra lɜ artisti in residenza dall'Academy in Exile della Freie Universität di Berlino, e come artista partecipante del Festival Santarcangelo per l'IN EX(ILE) LAB, 2023-2024.
Dela Cruz è anche mentore all'École Nationale Supérieure d'Arts de Paris-Cergy, dove ha presentato la sua ricerca & Hospitality: Tools for the Revolution. Si è esibito alla 59a Biennale di Venezia, nell'ambito del Padiglione Sami e di aabaakwaad. Nel 2023 ha presentato in anteprima al Far East Film Festival di Udine la sua nuova performance di ricerca, Kay Kami Mga Mananap (Because We Are Beasts), una rivisitazione dell'artista sui concetti di intimità ed erotismo nelle Filippine precoloniali.